ex-@rt magazine 
oltre l'arte n. 4
gennaio - aprile 2002

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario





ROSSO E ORO
Tesori d'arte del Barocco portoghese

Dal 20 aprile al 30 giugno 2002

Roma
Musei Capitolini
Palazzo Caffarelli-Clementino
Piazza del Campidoglio 1

Informazioni:
Tel. 06/67102475
www.museicapitolini.org

Tel. 06/39967800
 24 ore su 24

Ingresso:
Ingresso + mostra
Intero euro 7,75
Ridotto euro 5,68
Ingresso mostra
Intero euro 4,13
Ridotto euro 2,58

Orario:
martedì - domenica 9 - 20
 lunedì chiuso

Catalogo:





IL BAROCCO LUSITANO

Secondo alcune teorie il termine barocco verrebbe dalla parola portoghese "barocco" che indica una perla anomala e deforme ben diversa dalla forma sferica regolare. Nella seconda metà del '700 si estese in senso metaforico, e spregiativo, a designare le arti figurative del seicento basate su forme ridondanti, linee curve, effetti chiaroscurali, illusionistici, esagerati, in netto contrasto con i principi di eleganza ed equilibrio dell'arte classica. L'arte barocca diffusa in tutto il mondo occidentale assunse però nei vari paesi aspetti e caratteristiche locali in specie nelle nazioni iberiche dove si mescolò con influssi provenienti dalle colonie americane, asiatiche, africane.
Con il nome di "Rosso ed Oro" a Palazzo Caffarelli, nei Musei Capitolini, si presenta una mostra di tesori d'arte del barocco portoghese che ha già riscosso un vivo successo a Parigi;è l'occasione per vedere da vicino quest'arte lusitana così vicina e contemporaneamente tanto diversa da quella dell'Europa contemporanea.
Il periodo preso in esame era particolarmente travagliato per il Portogallo in quanto, per motivi dinastici, si era trovato unito con la Corona di Spagna e quindi tutta la sua attività mercantile finiva subordinata agli interessi spagnoli. La piccola nazione nel 1640 riuscì a tornare indipendente sotto la guida dei duchi di Braganza, il cui stendardo porta i colori rosso ed oro da cui il titolo della mostra, che rimasero alla guida del Portogallo sino all'inizio del XX secolo. Purtroppo i tempi migliori erano passati; era finita l'eccitante epopea di Enrico il Navigatore, di Magellano, di Vasco de Gama, di Albuquerque, di Almeida, della conquista di imperi e territori in Brasile, nella Guinea, nelle Indie, in Malacca.
Il grande impero commerciale fu, tra il '400 e il '600, intermediario del commercio di oro, spezie, sete, dall'Oriente e dall'Africa e dagli empori sparsi in tutti i mari navigatori e missionari raggiunsero Cina e Giappone. Soprattutto i gesuiti con base a Goa e a Macao furono quasi per riuscire a convertire al cristianesimo quelle popolazioni. Prodotti del commercio sono esposti in mostra, soprattutto porcellane cinesi di epoca Ming di importazione unitamente a ceramiche portoghesi di perfetta imitazione; argenti di suppellettile ecclesiastica e laica mostrano la loro splendida lavorazione; interessantissime le maioliche invetriate, azulejas, vera caratteristica dell'arte lusitana. Un settore della mostra è dedicato alla pittura che in molti casi trae spunti da quella contemporanea spagnola e italiana; un'intera sala comprende bellissime nature morte di Baltasar Gomes Figueira di incredibile fascino e perfezione tecnica ed un'altra contiene opere di Diogo Pereira, un pittore specializzato in tele che riproducono incendi storici con scene oscure illuminate da bagliori di fiamme con minuscole figure tra cui spesso appare Enea simboleggiante il buon sovrano quale era Giovanni IV di Braganza. Un'arte spesso ignorata, ed effettivamente appartata, che merita una buona visita. Per i giovanissimi studenti è prevista un'aula laboratorio per imparare a dipingere azulejas.

Roberto Filippi